Il 18 settembre 2025 la Camera dei deputati ha approvato in terza lettura il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere nella magistratura.
Un sì che arriva con applausi dalla maggioranza, proteste dall’opposizione e possibilità concreta di un referendum.
Cosa prevede la riforma
- I magistrati che entrano nel ruolo possono scegliere se diventare giudice o pubblico ministero, ma con la riforma il passaggio da un ruolo all’altro verrebbe definitivamente bloccato.
- Si istituiscono due Consigli superiori della magistratura (CSM) separati: uno per i giudici, uno per i pubblici ministeri.
- Verrà creata anche una Alta corte disciplinare per vigilare su magistrati giudicanti e requirenti.
Il voto, i numeri e il percorso
- Alla Camera la riforma è passata con 243 voti favorevoli e 109 contrari.
- Non è stato raggiunto il quorum dei due terzi (servivano 267 sì) per evitare un referendum confermativo.
- Ora il provvedimento passa al Senato per la quarta (e ultima) lettura, attesa entro l’autunno.
Reazioni politiche e tensioni in aula
- Durante il voto, applausi della maggioranza. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha parlato di “numeri schiaccianti”.
- Le opposizioni (PD, Movimento 5 Stelle, Avs) hanno accusato il governo di aver ignorato emendamenti e audizioni, definendo la riforma una minaccia all’indipendenza della magistratura.
- In aula si sono alzate le tensioni: proteste animate, urla e spintoni sfiorati. Il presidente di turno ha dovuto sospendere la seduta.
Possibilità di referendum
- Non raggiunto il quorum di due terzi alla Camera: il referendum confermativo diventa una strada concreta.
- Se anche il Senato non darà un sì blindato, il testo sarà sottoposto al voto popolare. È un passaggio che potrebbe rendere questa riforma uno dei temi centrali della politica nei prossimi mesi.
- In caso di referendum, non è previsto un quorum: il risultato sarà valido qualunque sia l’affluenza.
Implicazioni e cosa cambia
- La separazione delle carriere tocca al cuore dell’articolo costituzionale della magistratura: cambia il percorso di carriera, la disciplina, l’autogoverno.
- Tra gli obiettivi dichiarati: ridurre il peso delle correnti interne e aumentare la responsabilità e la trasparenza.
- Per gli oppositori, però, la riforma è pericolosa: rischio di politicizzazione della magistratura, minor autonomia dei PM, ridotta interazione tra giudici e pubblici ministeri.
La Camera ha approvato la riforma della giustizia sulla separazione delle carriere, ma il cammino è ancora lungo. Restano da confermare molti punti nel dibattito pubblico.
Se il Senato non garantisce la maggioranza qualificata, il referendum sarà determinante. È una riforma storica? Dipenderà molto da cosa decideranno gli elettori.




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