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60 under 30: giovani che stanno cambiando l’Italia, un’operazione di fiducia

60 under 30: giovani che stanno cambiando l’Italia, un’operazione di fiducia

All’Università Link di Roma si è svolta la terza edizione dell’evento “60 under 30”, organizzato da La Giovane Roma e Politica Magazine, con L’Espresso come media partner.
Scopo: premiare sessanta giovani under 30 che, con impegno, competenza e visione, stanno contribuendo a cambiare il Paese.

Cosa si è detto e chi c’era

  • Tra gli interventi: Roberto Gualtieri, Antonio Tajani, Giuseppe Conte, Matteo Renzi e il direttore de L’Espresso Emilio Carelli.
  • Federico Lobuono, presidente de La Giovane Roma, ha chiarito che non si tratta di una classifica, bensì di celebrare storie di giovani che “attraverso l’impegno stanno già lasciando il segno”.
  • Carelli ha sottolineato l’importanza di valorizzare queste biografie: molti dei giovani già operano a livello nazionale ed europeo.

Temi chiave emersi

Ricambio generazionale e impegno

Il messaggio principale è che il ricambio generazionale non è solo numerico ma culturale: serve ascoltare, dare autonomia, responsabilità, meritocrazia.

Sfide reali per i giovani

  • Occorre permettere ai giovani di “correre liberamente”, avere opportunità reali, abbattere barriere burocratiche e culturali.
  • Importanza della formazione, salario dignitoso, sostegno allo studio. I giovani non vogliono solo ruoli simbolici, ma condizioni realistiche.

Messaggi da figure istituzionali

  • Tajani: la politica non deve essere solo per “comandare”. Obiettivo: ideali e valori. Più opportunità per tutti, meritocrazia.
  • Conte: la vita politica deve essere vissuta con solidità, non dipendenza dai ruoli. Serve distanza rispetto al sistema, coraggio nelle scelte.
  • Gualtieri: serve un’alleanza generazionale sui temi concreti; gli adulti devono ascoltare i giovani.
  • Renzi: il rischio è restare “giovani sulla carta d’identità”. Serve saper rischiare, mettersi in gioco, anche pagando un prezzo.

Perché “60 under 30” conta

  • È un segnale forte contro il disincanto: non solo critiche alla politica, ma valorizzazione attiva di chi si impegna.
  • Rappresenta una piattaforma dove giovani con esperienze diverse (locale, nazionale, europeo) possono essere messi al centro.
  • Serve come esempio di “operazione di fiducia” per il futuro politico dell’Italia.

“60 under 30” non è solo un premio: è un appello al cambiamento. Valorizzare la generazione che può costruire è un’urgenza. Se l’Italia vuole cambiare davvero, deve ascoltare, includere e dare spazio.


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