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E-Car: la nuova categoria per auto piccole, elettriche e “abbordabili” proposta da von der Leyen

E-Car: la nuova categoria per auto piccole, elettriche e “abbordabili” proposta da von der Leyen

La proposta dell’Europa per il 2035

La Commissione europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, ha annunciato il progetto E-Car: si tratta di istituire una categoria normativa dedicata alle auto piccole, interamente elettrificate e con prezzi accessibili. L’obiettivo è immettere sul mercato europeo veicoli più sostenibili e più vicini alle esigenze reali dei cittadini, in vista del divieto dei motori a combustione che scatterà nel 2035. Tuttavia, al momento non sono state specificate modalità precise di attuazione né tempistiche vincolanti.

Caratteristiche e precedenti simili

E-Car punta a definire standard su emissioni di CO₂, dimensioni (auto compatte) e costi. Questo “Small Affordable Cars” non è un concetto nuovo: in passato proposte analoghe sono arrivate da figure come Luca De Meo (ex CEO di Renault) e da Stellantis, con l’idea di idee simili alle kei-car giapponesi — auto molto piccole, elettrificate, economiche (tra 6.500 e 9.500 euro) con vantaggi fiscali o regolamentari nelle città. Anche l’Italia ha sperimentato queste idee attraverso studi del ministero del Tesoro.

Lo scenario attuale: mercato in calo per le city car

Attualmente il mercato delle auto compatte elettriche è in forte difficoltà. Le city-car tradizionali stanno scomparendo dai listini dei maggiori produttori, perché hanno margini molto bassi e costi di produzione ancora elevati. Tra i modelli rimasti ci sono la Fiat Panda e 500, la Kia Picanto, la Hyundai i10, la Toyota Aygo X e qualche auto cinese, ma le vendite globali di questo segmento sono calate di circa il -17,7 % nei primi otto mesi del 2025.

L’iniziativa E-Car ha il potenziale per essere una svolta: imponendo standard chiari e supportando auto elettriche “alla portata”, si potrebbe davvero democratizzare la mobilità sostenibile. Ma il rischio è che resti solo una bella idea, senza risorse e regole precise. Perché la transizione funzioni — soprattutto per chi ha budget limitati — servono incentivi concreti, una filiera europea forte, infrastrutture diffuse e politiche fiscali che aiutino davvero il cambiamento. Se no, pure le migliori intenzioni rischiano di perdersi nelle maglie del mercato.


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