Una risposta diretta alle restrizioni USA sui chip
Alibaba ha annunciato che sta sviluppando un nuovo chip per l’intelligenza artificiale, specificamente progettato per le operazioni di inference (l’esecuzione di modelli già addestrati), e non per il training. Un nodo cruciale per molti carichi di lavoro AI. Questo sviluppo rientra nell’ambito dell’offerta “chip-as-a-service”: Alibaba prevede di noleggiare la potenza di calcolo basata sul nuovo chip attraverso la propria infrastruttura cloud, senza venderlo direttamente ai clienti.
Produrre “in casa”: indipendenza strategica
Diversamente dai chip precedenti — assemblati da TSMC — questo nuovo processore è realizzato in Cina, in linea con gli sforzi del Paese per ridurre la dipendenza da fornitori esteri come Nvidia. Il progetto nasce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e USA, dove Pechino ha anche invitato le aziende locali a sospendere l’acquisto di chip Nvidia, citando rischi legati alla sicurezza.
Accelerare l’investimento nell’AI
Alibaba ha annunciato un piano di investimenti record per i prossimi tre anni: circa 380 miliardi di yuan (oltre 45 miliardi di euro) per potenziare l’AI e il cloud. Questo impegno massiccio è alla base della sua strategia per affermarsi come leader tecnologico nazionale, affiancato da modelli AI come Qwen2.5-Max, competitivo rispetto a DeepSeek-V3, GPT-4o e Llama-3.1.
Reazione dei mercati: azioni in volo
Le notizie sul nuovo chip, unite alla crescita robusta della divisione cloud (in crescita del 26 %), hanno innescato un rally sul titolo Alibaba: +19 % a Hong Kong, il rialzo maggiore da novembre 2022.
Nel contesto globale dell’AI, il chip di Alibaba non è solamente tecnologia: è un simbole politico-tecnologico. Rappresenta la volontà cinese di autonomia strategica, un ponte verso la sovranità tecnologica. Il “chip domestico” segna il passaggio da consumatori hardware a designer di soluzioni: un cambio di paradigma che può influenzare i futuri rapporti di potere nel mondo digitale.




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