Difesa istintiva e coraggiosa su un treno affollato
Un brano del nuovo libro di Valentine Low, Power and the Palace, rivela che la futura Regina Camilla subì un tentativo di violenza sessuale quando aveva circa 16-17 anni, su un treno diretto alla stazione di Paddington, a Londra. Secondo quanto riportato da Guto Harri, ex direttore comunicazione di Boris Johnson, Camilla si tolse una scarpa e colpì l’aggressore con il tacco, mettendolo in fuga e denunciandolo poi a un addetto in divisa alla stazione, che lo fece arrestare.
Un momento privato con grandi riflessi pubblici
L’episodio fu condiviso da Camilla in una conversazione privata con Boris Johnson — all’epoca sindaco di Londra — nel corso di un incontro ufficiale al Clarence House nel 2008. Secondo fonti vicine, la sua reazione immediata non solo dimostra sangue freddo, ma quella testimonianza privata avrebbe influenzato Johnson a dare impulso all’apertura di centri antidroga (rape crisis centers) — camici bianchi e ascolto per chi è sopravvissuto a una violenza. Camilla ha sostenuto quelle strutture, preferendo mantenere privata la sua esperienza per non oscurare storie più duramente segnate.
Quella storia non è solo un racconto di autodifesa. È la certificazione di quanto il coraggio, anche di fronte a un atto tremendo, possa trasformare una ferita personale in un impegno civile. Camilla ha saputo trasformare il proprio dolore in solidarietà concreta, facendo sentire la voce di chi all’epoca non ne aveva una. Ecco perché oggi il suo lavoro a favore delle vittime di violenza domestica e sessuale ha senso: non parte da un palcoscenico, ma da un’esperienza reale, che trova dignità nella discrezione e forza nell’azione.




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