I misteri della ritirata svelati da nuove analisi
Un recente studio italiano, pubblicato su bioRxiv, ha analizzato il DNA antico estratto dai denti di 13 soldati appartenenti all’esercito di Napoleone ritiratosi dalla Russia nel 1812. Contrariamente alle credenze storiche, i ricercatori non hanno trovato tracce della Rickettsia prowazekii (responsabile del tifo) o della Bartonella quintana (febbre delle trincee).
I veri killer: febbri paratifoide e ricorrente
Al posto delle malattie note, il team del microbiologo Rémi Barbieri ha individuato la presenza di Salmonella enterica Paratyphi C, agente del morbo paratifoide, e di Borrelia recurrentis, responsabile della febbre ricorrente trasmessa da pidocchi.
Queste malattie, soprattutto in condizioni di freddo, fame e scarsa igiene, avrebbero potuto indebolire drasticamente i soldati, diventando letali in combinazione con stenti e clima ostile.
Un quadro storico riscritto dalla scienza moderna
Storicamente, le testimonianze parlavano di febbre, diarrea e dolori addominali tra le truppe. Oggi la scoperta del Paratyphi C e della febbre ricorrente si allinea perfettamente a quei sintomi, spiegando meglio quanto i racconti clinici dell’epoca lasciavano intuire. Tuttavia, vista la limitatezza del campione (solo 13 denti su migliaia di scheletri sepolti nel cimitero di Vilnius), i ricercatori sottolineano che altre malattie potrebbero comunque aver avuto un ruolo.
Questa scoperta non è solo una curiosità storica: è un potente promemoria del ruolo determinante che le malattie infettive hanno sempre avuto nella storia militare. Quando un esercito perde più uomini per febbre e fame che per combattimento, la vittoria si decreta prima ancora dell’ingaggio. Lo studio mostra la potenza dell’analisi del DNA antico per riscrivere fatti considerati acquisiti, fondando la verità su prove biologiche.




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