Un attacco in diretta televisiva
Il 28 agosto 2025, l’Aeronautica israeliana ha compiuto un raid mirato su Sanaa, capitale dello Yemen, colpendo zone sud-occidentali densamente abitate. L’azione è avvenuta mentre il leader Houthi Abdul-Malik al-Houthi si stava indirizzando alla nazione in un discorso trasmesso via satellite da al-Masirah. Le fonti militari israeliane hanno confermato che l’obiettivo era un sito militare Houthi, come rappresaglia a un drone intercettato poco prima — il terzo lanciato dal territorio yemenita verso Israele in una settimana.
Un’escalation continua
I raid non sono nuovi: pochi giorni prima, Israele ha colpito complessi energetici, una base militare e una raffineria controllati dagli Houthi, causando almeno dieci morti. È l’ennesima escalation del conflitto, che vede i ribelli Houthi lanciare droni e missili contro Israele e navi nel Mar Rosso.
Tensioni geopolitiche in crescita
Mentre la guerra continua, Francia, Germania e Regno Unito hanno attivato il meccanismo “snapback” per reimporre sanzioni ONU all’Iran, accusato di sostenere gli Houthi. Questi ultimi, da parte loro, giustificano le loro azioni come un atto di solidarietà verso la Palestina nel contesto della guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Il quadro alternativo:
- Il raid ha colpito aree residenziali nelle zone sud-occidentali di Sanaa, con effetti disastrosi e intimidatori sulla popolazione.
- Viene proprio mentre il leader Houthi teneva un discorso pubblico, aggiungendo un ulteriore messaggio militare e simbolico dietro all’azione.




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