Una nuova notte di terrore a Kiev
La guerra in Ucraina continua a mostrare il suo volto più drammatico. Nella notte del 28 agosto 2025, la capitale Kiev è stata colpita da una massiccia offensiva russa, condotta con missili e droni kamikaze.
Secondo le autorità ucraine, l’attacco ha provocato decine di morti e centinaia di feriti, oltre a ingenti danni alle infrastrutture civili.
Le modalità dell’attacco
L’operazione russa si è concentrata in diverse zone della capitale, prendendo di mira:
- edifici residenziali,
- centrali energetiche,
- strutture logistiche.
Le difese aeree ucraine hanno abbattuto buona parte dei missili, ma l’intensità dell’attacco ha reso impossibile evitare vittime e distruzioni. I soccorritori hanno lavorato senza sosta per estrarre persone dalle macerie.
La risposta del governo ucraino
Il presidente Volodymyr Zelensky ha condannato l’attacco definendolo “terrorismo di Stato”. Ha ribadito la richiesta di maggiori sistemi di difesa aerea ai partner occidentali e ha sottolineato come la Russia stia intensificando le operazioni per piegare la resistenza di Kiev.
Il governo ha inoltre annunciato tre giorni di lutto nazionale e nuove misure di emergenza per garantire la sicurezza dei civili.
La reazione internazionale
Le reazioni da parte della comunità internazionale non si sono fatte attendere:
- Unione Europea e Stati Uniti hanno condannato con fermezza l’attacco, promettendo nuovi aiuti militari.
- La NATO ha ribadito che continuerà a sostenere l’Ucraina.
- Mosca, invece, ha parlato di “operazioni mirate” contro obiettivi militari, negando volutamente di aver colpito civili.
L’ennesima strage porta a un nuovo livello di tensione nei rapporti tra Russia e Occidente.

Un conflitto senza tregua
Dopo oltre tre anni di guerra, il conflitto tra Russia e Ucraina appare sempre più lontano da una soluzione diplomatica. La popolazione ucraina vive in un clima di continua insicurezza, con città come Kiev che restano costantemente sotto la minaccia dei bombardamenti.
Gli analisti internazionali avvertono che il protrarsi delle ostilità rischia di avere conseguenze non solo per la stabilità regionale, ma anche per l’intero equilibrio geopolitico mondiale.




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