Roma, 9 agosto 2025 – L’Italia affronta un paradosso economico drammatico: nonostante la disoccupazione ai minimi storici (5,1%), il numero di lavoratori poveri ha superato i 3 milioni di persone, pari al 12% degli occupati. I dati Istat rivelano un progressivo svuotamento dello Stato sociale, con conseguenze allarmanti per la coesione sociale.
I numeri della crisi
- 4,2 milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà nonostante un lavoro regolare
- 38% dei giovani under 35 percepisce meno di 1.000€ netti mensili
- +24% di working poor dal 2022 al 2025
- Solo 31% dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato
Le cause strutturali
- Retribuzioni ferme al 1990 (in termini reali)
- Precarizzazione galoppante (lavoratori gig economy senza tutele)
- Crisi degli ammortizzatori sociali (NASpI copre solo il 45% dei disoccupati)
- Inflazione al 4,3% che erode il potere d’acquisto
Storie simbolo
- Marco, 29 anni (rider): “Lavoro 60 ore a settimana per 900€”
- Laura, 41 anni (badante): “Nessuna pensione, nessuna malattia pagata”
- La CGIL stima che il 40% delle nuove assunzioni sia in nero

Le risposte (mancate) della politica
- Il Reddito di Cittadinanza è stato smantellato nel 2024
- Il salario minimo (8,50€/ora) è bloccato in Parlamento
- Gli sgravi contributivi hanno creato solo posti di lavoro poveri
Il confronto europeo
| Paese | % lavoratori poveri | Salario minimo |
|---|---|---|
| Germania | 6,1% | 12,50€ |
| Francia | 7,3% | 11,50€ |
| Italia | 12% | Assente |
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