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Gaza, attacco israeliano uccide 5 giornalisti di Al Jazeera: la libertà di stampa è sotto attacco

Gaza, attacco israeliano uccide 5 giornalisti di Al Jazeera: la libertà di stampa è sotto attacco

La libertà di stampa è sotto attacco a Gaza. In un raid israeliano su una tenda stampa vicino all’ospedale Al-Shifa, cinque giornalisti di Al Jazeera sono stati uccisi, tra cui il rinomato corrispondente Anas al-Sharif. L’emittente ha denunciato un attacco “mirato” contro i cronisti, mentre Israele li ha etichettati come terroristi senza fornire prove credibili. La comunità internazionale reagisce tra shock e indignazione.

Cosa è successo

L’IDF ha ammesso l’attacco, sostenendo che Anas al-Sharif fosse un “terrorista” e membro di una cellula Hamas, ma non ha presentato alcuna prova verificabile. Al Jazeera parla invece di un assassinio premeditato, sottolineando che i reporter erano posizionati in una tenda stampa chiaramente identificabile, a servizio della copertura giornalistica.

Chi erano le vittime

  • Anas al-Sharif, 28 anni, volto noto della tv panaraba
  • Mohammed Qreiqeh (corrispondente)
  • I cameraman Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal, Moamen Aliwa
  • Il giornalista freelance locale Mohammad al-Khaldi

La risposta globale

  • Al Jazeera ha condannato l’attacco come un grave colpo alla libertà di stampa.
  • Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) e Reporter senza Frontiere hanno chiesto responsabilità e trasparenza da parte di Israele.
  • ONU e governi di Londra, Parigi, Qatar e Iran hanno definito l’attacco “crimine premeditato” e “grave violazione del diritto internazionale umanitario”.
  • A Gaza si sono svolti funerali partecipati, con centinaia di persone presenti e forte commozione collettiva.

Implicazioni sul piano dell’informazione

Gaza è diventata il conflitto più mortale per i giornalisti nella storia recente, con oltre 200 vittime tra cronisti e operatori — un drammatico indicatore della crescente ostilità contro la stampa in zone di guerra.

L’uccisione di Anas al-Sharif e dei suoi colleghi rappresenta un attacco frontale alla libertà di stampa e al diritto di informare in zone di conflitto. Richieste di indagine, giustizia e protezione diventano urgenti per evitare che voci vitali vengano silenziate.

Fonti


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