Booking.com ha annunciato un piano di riorganizzazione globale che prevederebbe tagli significativi ai dipendenti, tra 200 e 1.000 a livello mondiale. Anche l’Italia non è esclusa: 9 lavoratrici e lavoratori delle sedi di Milano e Roma sono stati coinvolti, pari al 6% del totale degli impiegati nazionali (circa 150) .
Cosa è successo
La società ha motivato i licenziamenti come parte di un percorso verso maggiore efficienza, automazione e agilità decisionale per investire meglio nel lungo periodo .
Nonostante i risultati economici positivi — nel primo trimestre 2025 ricavi in crescita dell’8% e utile per azione +22% — l’azienda ha deciso di ridurre il personale anche nelle sedi italiane .
Le 9 persone licenziate in Italia includono otto linguisti del team di traduzione/localizzazione e un ruolo nell’area legale e compliance.
Perché Booking ha deciso i tagli
L’azienda parla di un calo di motivazione interna percepito nei sondaggi tra i dipendenti, utilizzato per giustificare l’ottimizzazione organizzativa .
Strumenti di automazione e intelligenza artificiale fungeranno da sostituti di alcune funzioni manuali, in particolare traduzioni e customer service; un tema già emerso in contratti analoghi in Olanda .
L’approccio aziendale include proposte di uscite volontarie incentivanti, ma sindacati denunciano che le condizioni proposte sono sottodimensionate e selettive .
I numeri in sintesi (Italia vs globale)
- Area Totale dipendenti interessati Incidenza in Italia
- Globale da 200 a 1.000 — Italia 9 (Milano – Roma) ~6% del totale
- Dipendenti Italia: circa 150, con 9 esuberi annunciati .
Altre sedi come Amsterdam e Olanda potrebbero vedere tagli di centinaia di dipendenti .
Impatto sul lavoro e ruolo dei sindacati
I sindacati come Filcams‑CGIL hanno chiesto alternative ai licenziamenti, evidenziando che l’innovazione sia un pretesto per tagliare costi .
Si teme un effetto domino sulla stabilità occupazionale, in particolare per professionisti con contratti stabili che rischiano di essere sostituiti da tecnologie digitali.

Cosa insegna il caso Booking
- Automazione e AI: l’adozione tecnologica come leva per riduzione dei costi rappresenta una sfida per i lavoratori, soprattutto nei settori linguistici e supporto.
- Risultati positivi non bastano: anche con ricavi in crescita, le scelte strategiche premiano la riduzione della forza lavoro per massimizzare margini.
- Fragilità delle PMI nel turismo digitale: Booking ha mostrato come una grande realtà digitale può rapidamente ridefinire la propria struttura, lasciando locali o professionisti scoperti.
- Pressione sui modelli contrattuali: i casi europei e italiani mostrano come i sindacati hanno difficoltà a negoziare condizioni davvero tutelanti in presenza di ristrutturazioni “tecnologiche”.
La decisione di Booking.com di tagliare anche in Italia — nonostante utili e crescita — è un segnale chiaro della direzione intrapresa dai giganti digitali: ottimizzazione e automazione a scapito della forza lavoro. Serve una riflessione nazionale su come difendere il lavoro qualificato in settori innovativi, garantire contrattazioni reali e un welfare capace di accompagnare queste trasformazioni industriali.




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