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Jago e Look Down: Un Messaggio di Fragilità e Consapevolezza

Jago e Look Down: Un Messaggio di Fragilità e Consapevolezza

Nel cortile d’onore di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, è arrivata una scultura che non passa inosservata. Si chiama “Look Down” ed è opera di Jago, uno degli artisti italiani più noti della scena contemporanea.

Un bambino nudo, rannicchiato su se stesso, scolpito nel marmo. Fragile, vulnerabile, silenzioso. Ma capace di parlare più di mille parole.

Chi è Jago

Jago, all’anagrafe Jacopo Cardillo, è nato a Frosinone nel 1987. È uno scultore autodidatta che ha saputo unire la tradizione classica con un linguaggio moderno.

Le sue opere sono realizzate in marmo, ma affrontano temi attuali: la fragilità, l’abbandono, la solitudine. Jago è noto anche per la sua capacità di comunicare attraverso i social, dove condivide ogni fase del suo lavoro.

Cos’è “Look Down”

“Look Down” è una scultura in marmo bianco che raffigura un neonato in posizione fetale. Non guarda in alto, ma verso il basso. Non per vergogna, ma per consapevolezza.

L’opera è un invito a non distogliere lo sguardo da ciò che spesso ignoriamo: la povertà, l’emarginazione, la fragilità umana.

Un’opera che ha viaggiato

Prima di arrivare a Montecitorio, “Look Down” ha fatto il giro d’Italia. È stata esposta a Napoli, Palermo, Roma, e persino nel deserto degli Emirati Arabi.

Ogni tappa ha aggiunto un significato. Ogni luogo ha arricchito la sua storia. Ora, nel cuore delle istituzioni italiane, assume un valore ancora più forte.

Perché è stata scelta per Montecitorio

La scelta di esporre “Look Down” di Jago nel cortile d’onore di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, non è casuale. È un gesto carico di significato simbolico e culturale. Montecitorio è il cuore della democrazia italiana, il luogo dove si discutono e si approvano le leggi che regolano la vita del Paese. Portare un’opera d’arte in questo contesto significa riconoscere che la cultura ha un ruolo fondamentale nel dibattito pubblico.

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha voluto fortemente questa installazione. Secondo le sue parole, “Look Down” rappresenta un invito alla riflessione collettiva. Il bambino scolpito nel marmo, fragile e rannicchiato, è un simbolo di vulnerabilità, ma anche di umanità condivisa. In un momento storico segnato da crisi sociali, guerre e disuguaglianze, quest’opera ci ricorda che il compito delle istituzioni è anche quello di proteggere i più deboli.

Esporre “Look Down” a Montecitorio significa anche aprire il Parlamento all’arte. Non solo come ornamento, ma come strumento di dialogo. L’opera non è lì per decorare, ma per interrogare. Per chiedere ai rappresentanti del popolo di non dimenticare chi resta indietro. Per ricordare che ogni decisione politica ha un impatto reale sulle persone.

In questo senso, “Look Down” diventa parte integrante del messaggio istituzionale. Non è solo una scultura: è un manifesto etico. Un modo per dire che la politica non può essere cieca di fronte alla sofferenza. E che anche nei palazzi del potere, c’è spazio per la compassione.

Il messaggio dell’artista

Jago ha raccontato che l’opera nasce da un’idea semplice: dare forma alla fragilità. Il bambino scolpito è un simbolo dell’innocenza ferita, ma anche della speranza.

Ogni bambino rappresenta il nostro futuro. Proteggerlo è un dovere. Riconoscerne la dignità è il primo passo per costruire una società più giusta.

Un’opera da toccare

A differenza di molte sculture, “Look Down” è pensata per essere toccata. Jago crede che il contatto fisico con l’arte sia un gesto politico.

Il marmo, freddo e duro, diventa così un ponte tra chi guarda e chi è rappresentato. Un invito a non restare indifferenti.

L’arte come specchio della società

L’arte contemporanea ha sempre avuto il potere di riflettere la società in cui nasce. “Look Down” di Jago ne è un esempio perfetto. In un’epoca segnata da disuguaglianze, crisi umanitarie e alienazione sociale, quest’opera ci costringe a guardare ciò che spesso ignoriamo. Il bambino scolpito nel marmo è lo specchio delle nostre paure, delle nostre omissioni, delle nostre responsabilità collettive.

L’arte non è solo bellezza. È anche denuncia, memoria, provocazione. Quando un’opera viene collocata in un luogo simbolico come Montecitorio, assume un valore ancora più forte. Diventa un atto politico. Non nel senso partitico del termine, ma come gesto che interroga il presente e invita al cambiamento.

Secondo molti critici, l’arte è uno dei pochi linguaggi capaci di unire emozione e pensiero. Di parlare al cuore e alla mente. “Look Down” riesce in questo intento. Non ha bisogno di parole. Basta uno sguardo per sentirsi coinvolti. Perché quel bambino potremmo essere noi. O qualcuno che abbiamo dimenticato.

In questo senso, l’arte diventa strumento di consapevolezza. Ci aiuta a vedere ciò che non vogliamo vedere. A sentire ciò che preferiremmo ignorare. E ci invita a prendere posizione.

“Look Down” è uno specchio che non deforma, ma rivela. Ci mostra una realtà nuda, essenziale, ma profondamente vera. E ci chiede: cosa stai facendo per cambiare le cose?

In un mondo dominato da immagini effimere, l’arte che resta, che tocca, che interroga, è più necessaria che mai. Perché solo guardando in basso possiamo davvero alzare lo sguardo verso un futuro più giusto.

Un simbolo di democrazia

Portare quest’opera nel cuore del Parlamento è un atto forte. Significa riconoscere che la cultura è parte integrante della democrazia.

L’arte non è solo decorazione. È pensiero critico, memoria, dialogo. E in questo caso, è anche denuncia.

Un bambino che parla a tutti

Il bambino scolpito da Jago non ha nome. Non ha volto. Potrebbe essere chiunque. Potrebbe essere ognuno di noi.

È un simbolo universale. Parla a chi decide, a chi rappresenta, a chi guarda. E chiede solo una cosa: attenzione.

Perché “Look Down” è importante oggi

Viviamo in un tempo complesso. Guerre, crisi, disuguaglianze. In questo contesto, “Look Down” ci ricorda ciò che conta davvero.

Ci invita a non dimenticare chi resta indietro. A non chiudere gli occhi. A non voltare le spalle.

Un’opera che resta

“Look Down” resterà esposta in modo permanente a Montecitorio. Sarà visibile a parlamentari, visitatori, studenti.

Ogni giorno, qualcuno incrocerà il suo sguardo. E forse, anche solo per un attimo, si fermerà a riflettere.

“Look Down” è molto più di una scultura. È un manifesto. Un grido silenzioso. Un invito a guardare il mondo con occhi nuovi.

In un tempo in cui tutto tende verso l’alto – potere, successo, visibilità – quest’opera ci ricorda che a volte, per elevare la coscienza, bisogna guardare in basso.


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