Il 4 luglio 2025, intorno alle 8:18 del mattino, un’esplosione di incredibile violenza ha sconvolto il quartiere Prenestino-Labicano, nella zona est di Roma. Il disastro è avvenuto all’interno di un distributore di benzina e GPL situato in via dei Gordiani, a pochi metri da edifici residenziali, negozi, scuole e un centro estivo per bambini.
L’impatto dell’esplosione è stato immediatamente percepito come una scossa sismica: il boato si è propagato per diversi chilometri ed è stato avvertito in aree molto lontane come l’Eur, Montesacro e Trieste. Molti residenti hanno riferito di aver pensato a un attentato o a un terremoto. Le immagini riprese dai cellulari mostrano una colonna di fumo denso e scuro che si alzava verso il cielo, accompagnata da fiamme altissime. Alcuni testimoni raccontano di aver visto pezzi del tetto metallico della cisterna volare a centinaia di metri, mentre altre schegge hanno danneggiato auto, abitazioni e perfino un’ambulanza che si trovava nei pressi del distributore.
Le prime informazioni raccolte dai vigili del fuoco indicano che la causa più probabile sia una perdita di gas avvenuta durante il travaso del GPL da un camion cisterna al serbatoio principale interrato. Il GPL, essendo più pesante dell’aria, si è rapidamente accumulato a livello del suolo e potrebbe essere stato innescato da una scintilla o da un elemento caldo. L’effetto è stato quello di un’esplosione a bassa quota, che ha combinato potenza meccanica e pressione termica, con un’onda d’urto capace di infrangere vetri a centinaia di metri di distanza.

Subito dopo lo scoppio, la situazione è precipitata nel caos: decine di cittadini si sono riversati in strada, molti in preda al panico. Alcuni hanno cercato rifugio nei garage o nei cortili interni, altri si sono allontanati a piedi temendo nuove esplosioni. La Protezione Civile, insieme alle forze dell’ordine e ai mezzi del 118, ha rapidamente chiuso la zona e avviato l’evacuazione di tutte le persone presenti in un raggio di sicurezza di circa 300 metri. La circolazione su via dei Gordiani e via Prenestina è stata immediatamente interrotta, generando blocchi del traffico in tutta la zona est della città.
Un aspetto particolarmente critico ha riguardato la presenza di un centro estivo per bambini, che in quel momento ospitava circa 50 minori. Grazie alla prontezza del personale educativo e dei vigili del fuoco, tutti i bambini sono stati messi in sicurezza e accompagnati in un punto di raccolta in via Anagni. Il bilancio complessivo dell’evento parla di almeno 45 feriti, di cui due in condizioni molto gravi. I due uomini più colpiti hanno riportato ustioni estese sul 55% e sul 25% del corpo e sono stati trasportati d’urgenza al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio, dove restano ricoverati in prognosi riservata.
Tra le vittime ci sono anche diversi operatori dei vigili del fuoco e del 118, colpiti dall’onda d’urto mentre stavano prestando soccorso. Numerosi residenti hanno invece riportato contusioni, traumi da vetri e crisi respiratorie dovute all’inalazione dei gas. Alcuni sono stati medicati sul posto, mentre altri sono stati trasferiti in codice giallo o verde nei principali ospedali romani.
Le operazioni di messa in sicurezza sono proseguite per ore: dieci squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta per contenere le fiamme e raffreddare la cisterna ancora pericolante. L’Unità NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico) ha effettuato campionamenti dell’aria per verificare i livelli di sostanze tossiche. L’Arpa Lazio, che monitora la qualità ambientale, ha confermato concentrazioni elevate di propano, butano e micro-particelle di idrocarburi incombusti. Il rischio di intossicazione ha indotto le autorità a emanare un appello urgente alla cittadinanza.

Il Comune di Roma, la Protezione Civile e l’ASL Roma 2 hanno invitato tutti i residenti in un raggio di 3 chilometri a restare in casa, tenere finestre chiuse, spegnere condizionatori e cappe aspiranti per evitare di respirare i fumi. Il sindaco Gualtieri ha definito la situazione estremamente delicata e ha chiesto collaborazione e sangue freddo. I bollettini diffusi nelle ore successive hanno confermato che i livelli di gas erano pericolosi almeno fino al pomeriggio inoltrato.
Sul fronte investigativo, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e lesioni plurime. Il fascicolo è attualmente contro ignoti, ma gli inquirenti hanno già disposto il sequestro del distributore e del camion cisterna coinvolto. I Carabinieri del NAS e il Nucleo Investigativo Antincendi dei Vigili del Fuoco stanno passando al vaglio le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, i registri di manutenzione e le procedure di sicurezza applicate durante il rifornimento. L’obiettivo è capire se l’esplosione sia stata causata da un errore umano, da un problema tecnico o da negligenze nei controlli.
La reazione istituzionale non si è fatta attendere. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso la massima vicinanza ai feriti e ha ringraziato i soccorritori per la rapidità e il coraggio dimostrati. Anche il Ministro dell’Interno Piantedosi e l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio hanno seguito le operazioni in tempo reale. Il sindaco Gualtieri ha sottolineato che la prontezza nell’evacuare l’area e isolare la cisterna ha evitato una tragedia ancora più grave.
Molti cittadini hanno espresso solidarietà alle famiglie coinvolte. Diversi comitati di quartiere si sono mobilitati per fornire generi di conforto agli evacuati e assistenza psicologica a chi ha vissuto momenti di panico. Le farmacie hanno registrato un’impennata nella vendita di mascherine e dispositivi per filtrare l’aria. L’ASL ha istituito un numero verde per segnalare sintomi respiratori o richieste di supporto sanitario.
Il giorno successivo, con la messa in sicurezza dell’impianto completata, la circolazione è stata ripristinata, ma l’area intorno al distributore è rimasta interdetta per consentire i rilievi giudiziari e le operazioni di bonifica ambientale. I residenti più vicini hanno potuto rientrare nelle abitazioni solo dopo le verifiche strutturali sugli edifici colpiti dall’onda d’urto.
Il caso di via dei Gordiani pone interrogativi profondi sulla sicurezza dei distributori di GPL in aree urbane densamente abitate. Già in passato associazioni ambientaliste e comitati civici avevano chiesto controlli più severi. La Procura dovrà stabilire se i protocolli siano stati rispettati e se le procedure di emergenza fossero adeguate. Molti osservatori ritengono che questa tragedia possa aprire la strada a un inasprimento delle normative sulla sicurezza degli impianti e sui piani di evacuazione.

Il riepilogo di quanto accaduto nella giornata di oggi
- Data e luogo: 4 luglio 2025, ore 8:18, via dei Gordiani (Roma).
- Evento: esplosione in un distributore di benzina e GPL durante le operazioni di travaso.
- Bilancio: circa 45 feriti, due gravissimi con ustioni estese.
- Cause ipotizzate: perdita di GPL e innesco accidentale.
- Interventi: 10 squadre dei vigili del fuoco, polizia, carabinieri, Protezione Civile e sanitari.
- Misure di sicurezza: evacuazione area, chiusura finestre e condizionatori, monitoraggio aria.
- Indagini: fascicolo aperto per disastro colposo e lesioni plurime, sequestro dell’impianto.
- Reazioni: solidarietà delle istituzioni e dei cittadini, supporto alle famiglie coinvolte.
- Prospettive: verifiche approfondite sulle procedure di sicurezza e possibili nuove regole per gli impianti in città.




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